interior architect
Mi piace pensare al mio lavoro come a quello del sarto.
Una casa “tagliata” sulle esigenze, sui gusti e sul modo di vivere di chi vi abita, fa sentire a proprio agio chi la “indossa”. E, come per un abito di sartoria, la ricerca della qualità rende la cosa durevole nel tempo.
L’attenzione dedicata all’ottimizzazione dello spazio, alla fluidità dei percorsi, alla ricerca di soluzioni, allo studio della luce, alla scelta dei colori e dei materiali, fa sì che ogni attività che verrà svolta in casa trovi la sua giusta collocazione e risulti comoda e piacevole.
La decisione di subordinare ogni scelta alla coerenza del tutto concorre a creare un’abitazione che trasmetterà una sensazione di armonia e di benessere.
Il mio lavoro, che intendo e sento come una missione, è quello di creare abitazioni che garantiscano a chi le abita, in relazione alle varie situazioni, la massima qualità di vita possibile.
Una casa è molto più che un semplice “tetto sulla testa”.
I luoghi in cui viviamo dovrebbero essere godibili, fornire protezione, sollievo, pace, ispirazione e calore a tutte le persone che vi entrano, e naturalmente a tutte quelle che ci vivono.
Tutti i grandi maestri dell’architettura, in particolare quelli più vicini a noi in ordine temporale, hanno progettato lo spazio per l’uomo, studiando a fondo le sue esigenze, i suoi “momenti” pubblici e privati, la sua voglia di bellezza, di funzionalità, senza prescindere dalla profonda correlazione tra l’architettura degli edifici e quella degli interni.
L’architettura di interni lavora quindi a fianco di quella degli edifici, ne interpreta i caratteri salienti, ne valorizza i pregi e tenta di correggerne i difetti. Si mette a servizio dell’uomo per soddisfare le sue esigenze di lavoro, di svago, di vita. E, ancora di più, lo studia nel particolare, nelle sue abitudini, lo asseconda nelle sue manie e lo difende dalle sue paure; è, in pratica, l’espressione tutt’altro che empirica ma scientifica e accurata del modo di vivere dell’uomo.
L’architettura di interni è dunque una disciplina ben precisa che ha lo scopo di definire gli spazi tenendo conto di parametri oggettivi e soggettivi.
Parametri oggettivi sono i percorsi, le visuali, le normative tecniche, l’ambiente circostante, le aperture e i vincoli di facciata o architettonici in genere; quelli soggettivi sono invece strettamente correlati alla committenza e alla destinazione d’uso dei locali, come esigenze familiari, operative, particolari necessità, e tutte le diverse abitudini di vita o di lavoro di chi occuperà gli spazi oggetto di studio.
Su questi parametri l’architettura di interni potrà operare degnamente nella suddivisione spaziale, in funzione delle esigenze del singolo individuo, arrivando a creare un insieme armonioso, percorsi fluidi, esaltazione delle visuali positive, annullamento di quelle negative, sino a raggiungere la giusta armonia tra forma e funzione che dovrebbe essere il traguardo di ogni progettista.
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